Oggi l’uso di mangimi di nuova generazione, di sistemi di supporto alle decisioni e di tecnologie di ricircolo e depurazione sempre più avanzate, fanno sì che le attività di acquacoltura contribuiscano allo sviluppo del territorio senza pesare sulla qualità dell’acqua.
Una delle principali critiche che vengono mosse all’acquacoltura è quella di contaminare le risorse idriche locali, in quanto i reflui prodotti negli impianti (residui di mangime e nutrienti, deiezioni) possono venire a contatto con l’ambiente esterno e creare così squilibri negli ecosistemi locali. In realtà queste osservazioni sono ormai datate. Negli ultimi anni l’acquacoltura ha fatto passi da gigante, per ridurre al minimo gli impatti sull’ambiente. Un ambiente sano va infatti a vantaggio dell’acquacoltura stessa, essendo la qualità del pesce legata a quella delle acque in cui viene allevato. I mangimi di ultima generazione sono altamente digeribilie formulati in modo da evitare sprechi di nutrienti. Nuovi sistemi di supporto alle decisioni aiutano poi gli allevatoria stabilire quanto mangime distribuire ai pesci, evitandoche venga sprecato. Oggi esistono moderne tecnologie per trattare l’acqua in uscita degli allevamenti, come le vasche di decantazione, che riducono il carico inquinante, e sistemi di filtrazione che consentono il riutilizzo di gran parte dell’acqua.